Il “Port of Venice” per gli “imprenditori del mare”

Il Presidente del Propeller Club Port of Venice ha affermato in un recente incontro : “  Per la legge di riforma dei porti sarà un triennio di dure battaglie” 

Gli imprenditori dell’economia marittima italiana debbono tornare al centro dei complessi programmi di cambiamento della portualità commerciale e turistica/crocieristica annunciati in questi giorni  dal  governo che, di fatto, ne  mutano la governance portando a veri e propri scontri tra autorità portuali e operatori del comparto.

 E’ questo il tema di fondo  che, alla luce delle elezioni che hanno riconfermato per il prossimo triennio la presidenza dell’International Propeller Club Port of Venice al giornalista  cav. Massimo Bernardo coadiuvato dal vicepresidente avv. Cristiano Alessandri, impegnerà l’Associazione  nell’impegnativo e complesso  dialogo con i neoeletti rappresentanti degli enti locali che emergeranno dalle amministrative del prossimo 31 maggio così come col presidente dell’Autorità Portuale di Venezia alla fine del suo mandato prof. Paolo Costa nonché con tutto quel mondo imprenditoriale  dell’indotto che a Venezia  gravita sul traffico crocieristico ancor oggi in attesa di certezze per l’accesso al porto  ed in particolare alle banchine gestite dalla Venezia Terminal Passeggeri.

“ Per tutti i nostri associati , rappresentanti delle moltissime aziende che operano nel mondo del trasporto marittimo, aereo e terrestre – commenta Massimo Bernardo –  sarà un triennio particolarmente difficile anche per la crisi dei traffici che ha investito il nostro porto con agenzie marittime che chiudono e imprese di spedizione che destinano la propria merce all’imbarco/sbarco su altri porti addirittura non sempre italiani ma certamente più competitivi. Un triennio nel quale l’imprenditoria di settore dovrebbe dare alla politica le linee guida per ridare competitività ai nostri porti e alla nostra bandiera e non viceversa quando è la politica a dettare norme non condivisibili che spesso non tengono conto del rapporto tra le singole realtà territoriali  ed  proprio hinterland”.

Sul tavolo della portualità alto adriatica restano  non solo temi scottanti come  l’accorpamento in un sistema vasto dei porti di Ancona,Ravenna, Chioggia, Venezia, Porto Nogaro, Monfalcone e Trieste proposti dal nuovo piano della portualità ma anche la piattaforma offshore di Paolo Costa , la rivalutazione del sistema idrovia rio Padano-Veneto e dei suoi porti interni, solo per citarne alcuni.

“Il “Port of Venice” auspica quindi una maggiore sinergia tra tutti i club dell’alto Adriatico nell’affermare un deciso cambio di rotta del governo – conclude il presidente del club veneziano –  perché siano valorizzate le singole realtà portuali nelle loro rispettive specificità , obiettivo che si raggiunge non certo con un  colpo di spugna sulle realtà esistenti ma con un più aperto confronto col mondo dell’impresa che, come abbiamo visto al recentissimo Logistic & Transport di Monaco di Baviera,  le rappresenta sui marcati internazionali.


Work at SEAWORLD – EXPO AQUE Venezia

Il Propeller Club Port of Venice

Presenta il

24 febbraio ore 18.30 Hotel Bologna/Mestre

Work at SEAWORLD

Il salone Internazionale dell’ economia marittima e della Blue Economy che si svolgerà dal 12 al 14 giugno, nell’ambito di EXPO–AQUE Venezia 2015, esposizione collaterale internazionale con il patrocinio di EXPO MILANO 2015,  che durerà da maggio ad ottobre.

L’evento, che si terrà nei nuovi padiglioni fieristici di Porto Marghera, è rivolto agli operatori del sistema del mare e mette a disposizione un’ ampia area espositiva oltre ad una serie di  incontri e convegni specifici sull’ economia del mare focalizzati su una serie di settori principali :

SETTORE ATTIVITA’ MARITTIMA, PORTUALE E LOGISTICA

Attività portuali e marittime con i cluster portuali nazionali per favorire l’incremento delle linee di traffico commerciale e passeggeri, Ro-Ro e Transhipment nel Mediterraneo.

SETTORE TECNOLOGIA NAVALE, NAUTICA E MARINA. CANTIERISTICA

Progettazione e tecnologia nautica e navale e tecnologie avanzate applicate in ambito marino.

SETTORE PESCA E SETTORE ITTICO

Tecniche di trasformazione e stoccaggio a bordo, allevamento commerciale nel Mediterraneo.

Opportunità  transfrontaliere nella macro area Adriatico Jonica e politiche europee(EUSAIR) .

AREA FORMATIVA NELLE ATTIVITA’ MARITTIME  

Il mare come lavoro e passione.Formazione professionale di ruoli e competenze a bordo ed in banchina, cultura marinara professionale e per diporto.

NOLEGGIO E CHARTER, PORTUALITA’ TURISTICA, PROMOZIONE WEB

Iniziative commerciali legate al turismo nautico sotto ogni aspetto.  

ATTIVITA’ SUBACQUEA e OFFSHORE INTERNATIONAL EXHIBITION

Attività subacquee professionali.

ATTIVITA’ CROCIERISTICA

Entro il 2020 si stimano circa un miliardo e mezzo di persone utilizeranno questo tipo di vacanze. Le navi da crociera possono rappresentare una opportunità di lavoro anche per i giovani.

BLUE ECONOMY

Favorire esperienze di ricerca per una crescita economica rispettosa dell'ambiente attraverso nuove forme di sviluppo attente all’ ambiente.

Si prega voler comunicare la partecipazione ai recapiti della Segreteria


A piazzale Roma una bara di cristallo per il porto di Venezia ?

Al charter night del Club la  provocatoria ipotesi del Propeller lagunare

 

Bernardo : “ ci vuole una task force di imprenditori  coraggiosi e determinati  per  affrontare da subito l’emergenza traffici…ma le istituzioni tacciono  ”

 

cn01  Sarà una grande bara di cristallo piena di testimonianze di quantosta facendo naufragare posti di lavoro e aziende posizionata  all’ingresso di Venezia , a Piazzale Roma, per ricordare a residenti e turisti che il porto crocieristico, commerciale ed  industriale di Venezia con lavoratori e operatori sta morendo? E’ questa la provocatoria ipotesi lanciata e condivisa da gran parte degli  operatori associati nell’International Propeller Club Port of Venice riunitosi venerdì  scorso per l’annuale  “charter night” all' Hotel Luna Baglioni di Venezia.

 “Per il traffico crocieristico siamo ancora in alto mare con l’unica certezza, questa sì,  che dal 1° gennaio alle navi di oltre 96.000 tonnellate di stazza non sarà più consentito il transito per il bacino di San Marco e ciò – come avrete certamente appreso dalla stampa – mentre alcune compagnie, come per esempio Costa Crociere ,  hanno già scelto Trieste come home port ma quel che è più grave , per la mancanza di decisioni sulle tante ipotesi progettuali da adottare in via alternativa al transito per il canale della Giudecca e il bacino di san Marco .

Una sonora sconfitta che certamente avrà ricadute negative sia sul piano economico che occupazionale. Passando al porto commerciale non mi sembra che anche qui si possa cantar vittoria vista la crisi in cui versano i vari terminals con caduta di traffici e conseguente cassa integrazione . Non parliamo poi del porto industriale oggi al limbo in attesa dell’annunciato piano di riconversione di Porto Marghera.

Facendo una breve sintesi dello stato dell’arte della portualità veneziana , volutamente escludendo il porto di Chioggia del quale non si conosce  ancora il destino, la situazione non è certo rosea anzi, per certi aspetti drammatica se pensiamo che da troppi anni oramai abbiamo sentito “grandi annunci per grandi progetti” :  dal Napa alla piattaforma off shore, alle varie ipotesi progettuali per le grandi navi , all’ipotizzato sistema dell’alto Adriatico, alle grandi infrastrutture autostradali e ferroviarie ecc. ecc.: il tutto con scadenze lontane, purtroppo troppo lontane rispetto alla crisi che attanaglia il nostro porto! cn03

Di fatto , a parte il nuovo terminal ro/ro in via di completamento a Fusina , peraltro utilizzato dalla sola Anek Lines a fronte di un investimento di oltre 220 milioni di euro , nulla di nuovo sotto il sole mentre mancano pochi mesi al congedo e alla non rieleggibilità  del presidente del porto Paolo Costa, al rinnovo dell’amministrazione comunale con le prossime elezioni di maggio , alla rielezione del CdA della Venezia Terminal Passeggeri in scadenza , alla  speriamo prossima conclusione dell’iter fallimentare dell’Interporto di Venezia che  ci auguriamo,  riprenda presto a funzionare a pieno regime, alla chiusura di agenzie marittime e alle difficoltà di molte imprese di spedizione che per sopravvivere scelgono altri porti più competitivi .” Questo il quadro tracciato dal presidente dell’International Propeller Club Port of Venice  Massimo Bernardo che ha introdotto il meeting.  Un appello , nelle parole del presidente,  non solo rivolto alle autorità locali invitate, ma anche ai tanti  operatori del comparto .” Stiamo vivendo un periodo  molto delicato  nel quale la  voce degli imprenditori , condivisa e sostenuta da tutte le  associazioni di categoria,  dovrebbe farsi sentire, oggi più che mai , forte e determinata in quanto generata  da “ gente del mestiere”  che agli attuali e futuri  vertici dei vari enti che governano oggi e governeranno domani  la vita del porto e di tutto il trasporto , dovrebbe indicare  le linee guida per una consapevole e concreta   politica di sviluppo infrastrutturale, strutturale e merceologica adeguata alle potenzialità e alla logistica del nostro territorio”.

cn02 “Nessun cambio di rotta, quindi,  da parte nostra rispetto al passato – ha concluso Bernardo –   ma , nel comune interesse, chiedo ed auspico  l’impegno di tutti per fare del  nostro sodalizio  una platea di attenti imprenditori,  più propensi al critico ed intelligente confronto che al solito , consueto,  accattivante applauso al personaggio di turno quando poi  ogni nostro meeting resta , come spesso purtroppo  è avvenuto di volta in volta , un capitolo chiuso. Dobbiamo invece dare  continuità al nostro lavoro non solo affrontando le criticità  improduttive del sistema ma anche , per  costruire insieme  quella task force di eccellenze imprenditoriali locali che sia in grado di ascoltare e di  farsi ascoltare nelle sedi competenti  affinchè la città di Venezia, popolo ed istituzioni,  oggi assenti  riconoscano  finalmente al proprio porto e ai suoi operatori una parte importante della propria  economia, di quella che,nella sua storia , l’ha fatta conoscere  in tutto il mondo come   “regina nei mari”. Non possiamo più tacere o dare tutto per scontato quando assistiamo quasi impotenti ad un costante  degrado di tutto ciò che il porto ha per decenni rappresentato”.


Servizi tecnico-nautici nei porti italiani: lo “scontro” continua

Federagenti, Autorità Portuale e Autorità Marittima al Propeller  veneziano:

Sul problema della regolamentazione normativa dei servizi tecnico-nautici nei porti italiani non c’è accordo ma scontro tra chi sostiene il “monopolio del servizio” e chi, invece, come il presidente dell’Autorità Portuale di Venezia prof. Paolo Costa,   ne vuole la liberalizzazione. E’ quanto emerso dal “burrascoso” meeting organizzato dall’international Propeller Club Port of Venice  presso la Congress hall della VTP (Venezia Terminal Passeggeri) cui hanno partecipato, oltre al presidente del Porto Costa, il comandante della Direzione Marittima del Veneto e Capitaneria di Porto amm. Tiberio Piattelli, il presidente di Federagenti Michele Pappalardo alla presenza di oltre 90 operatori , tra i quali i presidenti di società di rimorchio, ormeggiatori e piloti, terminalisti ecc. .” L’ampio dibattito – spiega  Massimo Bernardo  presidente del Port of Venice – anticipato dalla visita ai nuovissimi impianti per la movimentazione dei crocieristi realizzati nel terminal lagunare dalla VTP Engineering con l’innovativo  sistema MBT (Multipurpose Boarding Tower)  – ha dimostrato ancora una volta come burocrazia e monopoli acquisiti negli anni  risultino dannosi alla competitività del nostro sistema portuale non solo dal punto di vista economico ma, soprattutto, per l’incertezza che regna sovrana tra chi – come il presidente del porto lagunare – chiede che siano le pubbliche istituzioni (Autorità Portuali e Autorità Marittime) a definire tariffe e modalità dei servizi e chi invece  affida al “confronto e alla concertazione nei “tavoli di lavoro”  la soluzione dell’intricato “busillis”:

Dunque il “braccio di ferro” è destinato a continuare anche dopo i vari ricorsi al TAR  mentre, in un mercato sempre più agguerrito,  si attendono sentenze dalla magistratura per poter dire la parola fine a questa intricata situazione che si gioca tra il ruolo della pubblica amministrazione e il privato concessionario di tali servizi.

In questo contesto il  neoeletto presidente di Federagenti Michele Pallalardo, in linea con quanto dichiarato dal  presidente di Confitarma D’Amico ,  ha  tra l’altro affermato che non si dia luogo al ulteriori ricorsi e che venga quindi immediatamente riaperto un confronto responsabile tra erogatori e utenti dei servizi . con obiettivi e tempi precisi, volto all’individuazione di proposte che, nel rispetto delle norme nazionali e comunitarie, piorti a nuovi criteri e meccanismi di formazione e revisione delle tariffe di rimorchio e pilotaggio portuale. “ Ci troviamo in un momento particolarissimo della nostra economia – ha concluso il presidente di Federagenti -, il mercato si presenta sempre più difficile ed agguerrito. Abbiamo già un notevole gap da colmare per la scarsa competitività dei nostri porti nei confronti dei nostri competitors sia europei che nordafricani. Non possiamo permetterci di correre anche il rischio di vedere dalla sera alla mattina e per un ordine di giustizia un sistema che “dal tutto regolamentato” passi al “tutto libero”.

Da parte sua l’amm. Piattelli , richiamandosi  al comma 1 Bis dell’art.14 della legge 84/94 , quello che riguarda i servizi tecnico nautici di pilotaggio, rimorchio, ormeggio e battellaggio, cioè “servizi di interesse generale atti a garantire nei porti, ove siano istituiti, la sicurezza della navigazione e dell’approdo” ha auspicato che nel futuro provvedimento di liberalizzazione, si dovrebbe andare a riformare, di fatto, le sole regole di accesso alla fornitura dei servizi introducendo meccanismi concorrenziali tra gli aspiranti erogatori dei servizi limitando, in sostanza, successivamente ad un solo soggetto l’erogazione del servizio. Per quanto invece concerne gli aspetti tariffari, “ferme restando le valutazioni della competente direzione generale del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – ha proseguito l’ammiraglio – si ritiene che il sistema cosiddetto “rate of return” , inteso come rapporto tra il reddito che viene generato da un investimento e la corrispondente somma investita. Espresso come percentuale del capitale che viene impiegato, risulti il sistema che meglio contempla l’esigenza dell’utenza con quelle del fornitore del servizio non sottacendo la circostanza che le tariffe stesse vengono determinate e rinnovate in contradditorio con tutte le parti interessate. Di contro – ha concluso il comandante del Porto – il sistema da più parti proposto del “price cap” con il quale l’aumento delle tariffe non può superare un determinato valore calcolato sottraendo al tasso di inflazione  sui beni di consumo una quota minima di aumento della produttività, costringerebbe l’impresa, nell’attuale contesto, alla minimizzazione dei costi che andrebbe ad incidere, inevitabilmente, sulla qualità del servizio prestato”.

Al dibattito numerosi sono stati gli interventi come quello dell’A.D. di VTP Michele Cazzanti ,  del presidente dell’Associazione Nazionale Ormeggiatori (ANGOPI) Cesare Guidi, del capo dei piloti di Venezia, Romano , di quello dei rimorchiatori Calderan e di tanti altri imprenditori dell’economia marittima italiana.