Grandi Navi – Una lettera aperta di un cittadino

Lettera aperta indirizzata a:
Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti
Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
 
PERCHE’ “NO GRANDI NAVI” A VENEZIA”?
In riferimento al Comunicato Ufficiale del Governo, in attuazione del Decreto Clini-Passera con il divieto di accesso delle navi (oltre le 96 mila tonnellate), nel bacino di San Marco e nel canale della Giudecca, ritengo che tale Comunicato non si basi su fatti tecnici oggettivi, ma su scelte politiche, forse originate dal grave incidente occorso alla nave Costa Concordia.
 
Un incidente simile a Venezia è praticamente impossibile sia per la struttura dei fondali che per le accurate misure di sicurezza obbligatorie nella navigazione lagunare:
· nel momento in cui la nave segnala il suo arrivo nel porto di Venezia, salgono a bordo due esperti piloti del Porto che indicano al Comandante della nave la rotta da seguire sino alla Stazione Marittima; medesima operazione viene effettuata anche alla partenza della nave che viene accompagnata sino alla bocca di porto del Lido;
· per tutta la durata delle operazioni di entrata ed uscita dal bacino lagunare la nave viene scortata in sicurezza, con l’ausilio del cavo di rimorchio, da due rimorchiatori di grande potenza (da 3500 a 5000 cavalli), uno a prua e l’altro a poppa, in grado di intervenire in caso di necessità;
· tutti i comandanti dei rimorchiatori hanno un’ esperienza di almeno 10 anni di servizio ed operano in sintonia con i piloti per garantire la massima sicurezza nelle operazioni portuali;
· lungo tutto il percorso della nave all’interno del bacino lagunare, entra in funzione un sistema di monitoraggio ad alta tecnologia (GPS) in grado di  rilevare una minima deviazione di rotta in tempo reale, avvisando simultaneamente piloti, comando nave e rimorchiatori;
· per ottenere un ottimo controllo della nave e rispettare la normativa vigente, si tiene una velocità massima di 6 nodi durante tutto il percorso della navigazione lagunare; mantenendo tale velocità il moto ondoso risulta impercettibile, inferiore a qualunque altra nave del servizio pubblico (basta osservare le operazioni di avvicinamento, fermata e partenza dei mezzi ACTV, il cui moto ondoso è di molto superiore a quello generato dalle grandi navi; a riguardo tengo a sottolineare che solo ACTV percorre più di 3000 chilometri al giorno, fermandosi più di 3600 volte, il 50% delle quali in Canal Grande;      
 · durante la navigazione le grandi navi percorrono un unico “binario”, profondo circa 10 metri, che impedisce loro fisicamente di allontanarsi dallo stesso e quindi avvicinarsi alla riva;
· inoltre vi è anche l’obbligo per tutte le navi di servirsi degli ormeggiatori del Porto di Venezia finché le stesse non siano ormeggiate in sicurezza in banchina.
CHI INQUINA?
Sull’inquinamento ambientale che il Decreto Legge sulla Laguna di Venezia (Roma 2 Marzo 2012) cerca di contrastare, tengo a precisare che le grandi navi effettuano un percorso di 3 km circa, per una durata di circa 18 minuti, dei quali meno della metà alla vista dei cittadini presenti in piazza San Marco.
Esclusivamente nei mesi estivi entrano di media 45 grandi navi al mese che transitano nel bacino di San Marco e canale della Giudecca; il consumo mensile di combustibile (gasolio) che bruciano le grandi navi in questo percorso, è lo stesso che viene consumato in un giorno dalla flotta ACTV in servizio nella città di Venezia, senza contare i 150 taxi d’acqua, le navi mercantili ed altri natanti adibiti a trasporto merci ed altri servizi.
Per diminuire al minimo l’inquinamento è stato imposto alle grandi navi che transitano nella laguna di Venezia, di utilizzare un carburante a basso contenuto di zolfo (0,1%) da 2 miglia dalla bocca di Porto del Lido e per tutto il percorso, anche durante la sosta in porto e ritorno in mare aperto. Il tasso di inquinamento atmosferico provocato dal traffico delle grandi navi è al di sotto delle soglie previste dalla normativa Europea (misurazioni ARPAV).
Venezia è l’unico porto in Europa ad aver siglato con tutte le 39 compagnie di Crociera un accordo che impone l’utilizzo di combustibile a bassissimo contenuto di zolfo (Accordo Venice Blue Flag II).     
CHI DA’ LAVORO?
Il Divieto di entrata delle grandi navi, (oltre le 96 mila tonnellate), alla Stazione Marittima di Venezia, non tiene conto che il terminal crociere è costato ai cittadini veneziani più di 500 milioni di euro e 12 anni di lavoro, per avere un porto sicuro, così come richiesto dalla moderna industria crocieristica mondiale, in concorrenza con molti altri porti del mediterraneo e del mondo. E’ importante sottolineare il fatto che oggi il porto di Venezia dà lavoro a circa 5000 persone ed è una significativa risorsa per il commercio in termini generali.
La Fincantieri di Mestre in questa settimana sta ultimando la costruzione della nave Costa Diadema di circa 132.500 tonnellate, di bandiera Italiana, che secondo il divieto di entrata in laguna di Venezia, non potrà effettuare i suoi scali a Venezia a causa delle sue dimensioni.
Sono certo che il settore turistico responsabile di questa nuova e moderna  grande nave si sta impegnando oggi per trovare altri porti in grado di ospitarla, a differenza nostra, portando progresso, turismo e quindi lavoro in altre luoghi.
Che ironia Signori Ministri. I cittadini aspettano una Vostra attenta risposta.
Antonio Vecchione

Assemblea del Port of Venice

All' Assemblea del Port Venice : dalle crociere al commerciale l’incerta rotta del porto di Venezia

 

La crisi del porto

All' Assemblea del Port of Venice il tema principale discusso, ed i programmi degli incontri per il prossimo anno sociale intendono focalizzare lo stato di crisi dello scalo lagunare, sia nel comparto commerciale che in quello passeggeri, a causa delle recenti restrizioni imposte dal governo sull' accesso alle navi da crociera e dai prossimi lavori per il completamento della posa delle paratie mobili del MoSe che comporteranno l' interdizione alla navigazione alle due bocche di porto di Lido S. Niccolò e di Malamocco per lunghi periodi con gravi disagi al traffico marittimo.

Da tali premesse il Port of Venice ha deciso di sviluppare gli incontri del prossimo anno sociale sui tre seguenti filoni :

Grandi infrastrutture, logistica e la crisi del porto di Venezia.

Questa é l' indicazione che i Soci del Club hanno dato nel corso della recente Assemblea, svoltasi all’ hotel Bologna Best-Western di Mestre, sintetizzata dalla parole del Presidente Massimo Bernardo : "Mentre il porto sta perdendo navi e traffici gli operatori  vogliono  sapere quale sarà il destino del porto alla luce dei grandi progetti del Porto offshore, delle reti TEN , di quelli relativi all’alta velocità, dell’escavo del nuovo canale Contorta Sant’Angelo per il traffico passeggeri  e del ruolo dell’aeroporto Marco Polo come terzo gate intercontinentale italiano”.

Argomenti che saranno sviluppati nei prossimi cinque incontri programmati nei prossimi mesi del 2014, che intendono individuare i fattori di crisi che penalizzano lo sviluppo della portualità lagunare veneta con particolare riguardo alla difficile situazione finanziaria del porto di Venezia.

A Febbraio sarà affrontato il tema del posizionamento del porto veneziano rispetto ai porti concorrenti dell’Adriatico e del Mediterraneo con un interclub che vedrà presenti i porti di Ravenna,Chioggia, Venezia,Monfalcone, Trieste, Capodistria e Fiume con i rappresentanti di Confitarma, Federagenti e Fedespedi.

A Marzo si parlerà invece del ruolo dell’aeroporto di Venezia nel’ambito del sistema aeroportuale del nord est e delle varie problematiche del traffico sia merci e passeggeri rispetto alla crescente domanda di voli di linea e lowcost.

Seguirà in Aprile un ulteriore incontro sui problemi del porto, con particolare riguardo allo stato di crisi ed alla produttività delle varie imprese terminalistiche che operano in porto e alla loro specializzazione nell’ambito di quel virtuale range del sud Europa denominato NAPA.

Temi che, nell' attesa della riforma della legge sull’ordinamento portuale, riflettono il profondo disagio di tante categorie di lavoratori e imprenditori oggi preoccupati per l’assenza di una chiara strategia che riporti la portualità tra i fattori di sviluppo dell’economia veneziana del Veneto e nazionale

 

http://www.informare.it/news/gennews/2013/20131755-Propeller-Club-Venice-chiarezza-futuro-portualita-lagunare.asp

http://www.ilnautilus.it/news/2013-11-14/assemblea-del-propeller-club-port-venice-dalle-crociere-al-commerciale-l%E2%80%99incerta-rotta-del-porto-di-venezia_18488/

http://primo-magazine.blogspot.it/2013/11/propeller-club-port-venice-come.html